Tu hai detto che hai bisogno di respirare
Tu hai detto
che hai bisogno
di respirare.
D’urgenza
abbiamo diviso
le cose in comune
lettere
principalmente
francobolli,
fogli e altre
memorie.
“Sono la sorella
di me stessa,
l’unica amica:
in termini di sangue
madre e zia
tutt’una
- e dopo aver
taciuto
per un lungo
pezzo –
ehi, ammolli nel palato tutte quelle,
e poi,
per favore,
cibamele una ad
una”
ho detto io,
con un pallido
brivido
proprio sotto le
costole.
L’aria cerca
ansiosamente
i miei polmoni
in collasso.
Tu
assaggi la mia
carne
con denti
da ratto.
Dovresti intanto
aver capito
l’amore:
quella sfida come
pomo perfetto:
1 sedia
di legno per 2
persone.
L’accelerazione
centripeta mi porta
verso
di te.
Battenti di sedie
di ciliegio
si aprono sudati.
Rugiada
catatonica.
Ti siedi davanti a me.
Come sipario di
stagione.
Il tuo forte
corpo
mi fonda
lo spetro
mentre io a lungo
non posso pensare
eccetto me stesso
ad un’altra
creatura.
Oh, amaro fragile uomo
appoggi ta tua
bella
testa e
sii!
Il corpo di mia madre
Il corpo di mia
madre è una fattoria d’uccelli
Con becchi
incinti che portano piccini
Non c’era mio
padre lì
quando il suo
corpo si raggomitolava per terra
come calzini
buttati per lavare.
Ancora mi
rammento
quel vicolo di
rombi
fatto di sangue
di fratello o sorella.
Il corpo minuto
come calzamaglia svuotata
nelle mani i tuoi
capelli strappati.
Filavo la rivolta
della separazione da te con quei peli
Ero sola e mattina,
quando non puoi dire
che una figlia, come ogni
indirizzo, non mente
Quando avrei
voluto esser nata dal tuo corpo
sezionandomi,
come l’idra
Ma il tuo corpo
ci ha dato la pace
Come una festa,
ci ha raccolti tutti.
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